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I disturbi attentivi sono condizioni caratterizzate da difficoltà di attenzione che si possono manifestare in diversi modi e possono presentarsi a qualsiasi età. L’elemento comune è ovviamente il deficit attentivo, definizione molto vaga perché i tipi di attenzione sono molteplici e le loro diverse alterazioni comportano diversi segni.

Il disturbo più famoso in questo ambito è senza dubbio l’ADHD (disturbo da deficit attentivo con iperattività), sebbene una compromissione dell’attenzione sia tra i problemi più frequenti anche in persone con lesione cerebrale (conseguente solitamente a trauma cranico o ictus).

Il Disturbo di Attenzione e Iperattività o ADHD è un disturbo evolutivo comportamentale caratterizzato da una serie di difficoltà legate alla disattenzione e/o all’iperattività e all’impulsività che si presenta nei bambini in un’età compresa tra i 3 e i 4 anni.

Il disturbo dell’attenzione e iperattività non è un problema che si risolve con il tempo, anzi, se non viene adeguatamente curato con terapie specifiche, si può intensificare e può persistere nell’età adulta.

 

SEGNI CARATTERISTICI:

I bambini affetti da ADHD si distraggono con estrema facilità sin da piccoli e nel tempo diventano sempre più ingestibili e iperattivi.

Durante le ore di scuola non stanno mai al loro posto, sono impulsivi, litigano con i compagni e molto spesso ciò li porta a essere allontanati dagli altri. Le maggiori difficoltà di apprendimento sono nelle aree verbali, specialmente nella lettura; mentre nelle materie come matematica, educazione fisica, arte e disegno si hanno i risultati migliori. 

Difficilmente riescono a portare a termine compiti, incarichi o giochi, dimenticando lo scopo di ciò che avevano iniziato a fare. Seppure lo sport sia un ambito in cui ci sono buoni risultati il comportamento rimane impulsivo e si presentano difficoltà di coordinazione.

I bambini con Disturbo da deficit attenzione–iperattività non sono in grado di controllare, regolare o pianificare correttamente certi comportamenti in funzione del trascorrere del tempo, degli obiettivi da raggiungere e delle richieste dell’ambiente.

È importante sottolineare che l’ADHD non è il risultato di una disciplina educativa controproducente né, tanto meno, un problema dovuto alla “cattiveria” o “maleducazione” del soggetto; realmente questi bambini non riescono ad auto-controllare e inibire il proprio comportamento.

L’ADHD costituisce pertanto una problematica e una fonte di preoccupazione non solo per l’individuo stesso, ma anche per la famiglia e la scuola che si trovano impreparate nella gestione del comportamento disfunzionale.

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La DISATTENZIONE si presenta con:

-Difficoltà nel sostenere l’attenzione e la concentrazione nei compiti o in attività di gioco;

-Difficoltà nel seguire totalmente le istruzioni e nel terminare i compiti e le mansioni domestiche o di lavoro;

-Difficoltà nell’organizzare i compiti, nel gestire le attività che richiedono sequenzialità e pianificazione e nel tenere in ordine i materiali;

-Tendenza a perdere il materiale necessario per attività scolastiche, lavorative e quotidiane.

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L’IPERATTIVITÀ-IMPULSIVITÀ si presenta con:

-Tendenza a muoversi eccessivamente, ad agitarsi sulla seggiola e ad alzarsi in classe o in altre situazioni in cui sarebbe doveroso restare seduto;

-Difficoltà a giocare o a impegnarsi in attività in modo quieto;

-Tendenza a dare risposte affrettate prima che venga completata la domanda e a non rispettare il proprio turno nella conversazione;

-Tendenza a interrompere o a comportarsi in maniera invadente nei confronti delle altre persone.

LINEE GUIDA ADHD

DISTURBI ATTENTIVI

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