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Aprassia

"Il paziente mise la candela verticale sul tavolo, ignorando il candeliere,

estrasse un fiammifero dalla scatola e lo portò vicino allo stoppino. 

Alla fine lo infilò sulla cima della candela, accanto allo stoppino"

De Renzi e Lucchelli

L’aprassia è l’incapacità di eseguire movimenti di una certa complessità a comando, in assenza di paralisi e disturbi sensoriali; i movimenti spontanei sono conservati.

Si tratta di un disturbo di natura neuropsicologica, conseguente, generalmente, a traumi cerebrali: l'aprassia si dimostra un disturbo complesso ed eterogeneo.

Un altro fattore eziologico è la comparsa di una neoplasia nelle aree associate con i vari disturbi del movimento.

Le malattie degenerative sono strettamente associate all’aprassia ideativa o ideomotoria.

Vi può essere anche una eziologia psicologica o motivazionale, come nel caso della disfunzione motoria psicogena, spesso accompagnata da malattie organiche.

Il disturbo aprassico non è meramente un disturbo di tipo motorio, ma piuttosto di ideazione, scelta o organizzazione del comportamento motorio.

L'aprassia è caratterizzata dalla dissociazione automatico-volontario: durante la vita quotidiana il paziente aprassico non è particolarmente limitato dal suo disturbo. Al contrario, quando si trova in una situazione non pragmatica ed altamente intenzionale, come durante un test a tavolino affiora la rottura dell'organizzazione gestuale.

Lo stesso gesto che viene eseguito correttamente in risposta a sollecitazioni contestuali o a esigenze interiori non viene prodotto quando richiesto al di fuori di ogni motivazione interna o esterna, come produzione artificiale o intenzionale.

 

L'APRASSIA IDEATIVA

L’aprassia si dice “ideativa” quando il paziente mostra difficoltà nel rappresentare mentalmente a sè stesso il movimento da eseguire (solitamente i compiti utilizzati nello studio di questa sindrome richiedono l’uso di uno o più oggetti); è stata considerata come un disturbo della capacità di rievocare il gesto e la sequenza di movimenti adeguati a compierlo.

L’aprassico ideativo, oltre a non riuscire a rievocare il gesto da compiere, omette o inverte l’ordine delle azioni, compie con un oggetto movimenti che sono propri di un altro oggetto, cioè non sa cosa fare.

Le lesioni cruciali nella genesi di questo disturbo sono situate a livello della regione temporo-parieto-occipitale sinistra (Hécaen, 1972), anche se sono stati descritti casi di aprassia ideativa conseguenti a lesioni frontali o di altre sedi, ad esempio nuclei della base (De Renzi e Lucchelli, 1988).

 

L'APRASSIA IDEOMOTORIA

L’aprassia ideomotoria si caratterizza per l’incapacità da parte del paziente, una volta rievocata la rappresentazione mentale del movimento richiesto, di attivare la corretta sequenza motoria per attuare il movimento stesso: il paziente sa “cosa” fare, ma non sa “come” farlo (De Renzi e Faglioni, 1996).

Il movimento effettuato dal paziente appare tipicamente non riconoscibile, grossolano e approssimativo.

Il deficit è bilaterale, anche se viene generalmente indagato per i soli arti di sinistra, co-esistendo spesso l’aprassia con una emiparesi destra.

Una lesione del lobo parietale di sinistra, in particolare l’opercolo parietale, dove sono localizzati i sistemi di connessione tra processi anteriori e posteriori, darebbe luogo ad un’aprassia ideomotoria che colpirebbe entrambi gli arti, in quanto il lobo parietale è responsabile dell’elaborazione del progetto d’azione e del controllo della sua esecuzione.

In misura minore l’aprassia ideomotoria ricorre per lesioni frontali sinistre, responsabili della degradazione dei corrispondenti programmi di innervazione, che determineranno un’aprassia evidenziabile solo a carico degli arti di sinistra, poichè quelli di destra saranno plegici.

 

L'APRASSIA COSTRUTTIVA

In generale è possibile definire l’aprassia costruttiva come l’incapacità di costruire strutture complesse collocando gli elementi che le compongono mantenendo i corretti rapporti spaziali specifici.

Tipicamente la valutazione dell’aprassia costruttiva viene svolta utilizzando prove di  composizione di elementi semplici come ad esempio “mettere insieme dei bastoncini o dei cubi per riprodurre una figura” e prove di disegno.

L’incidenza di aprassia costruttiva tra cerebrolesi destri e sinistri è simile e l’abilità costruttiva può risentire della compromissione di altre abilità intellettive generali, come la capacità di ragionamento e di attenzione.

Anche le differenze tra inter ed intra-emisferiche rimangono una questione aperta.

Si ritiene generalmente che l’aprassia costruttiva sia più frequente in soggetti con lesioni posteriori parieto-occipitali (De Renzi, 1982), benchè essa possa essere osservata anche in pazienti con lesioni frontali.

 

L'APRASSIA BUCCO-FACCIALE

L’aprassia orale consiste in un disturbo nella produzione dei movimenti volontari dell’apparato faringo-bucco-facciale, in assenza di paralisi dovute a lesione delle vie piramidali o a danni della corteccia motoria primaria.

I pazienti affetti da aprassia orale non sono in grado di fischiare, soffiare, dare un bacio, fare il verso per chiamare il gatto, sia su richiesta verbale che su imitazione.

L’errore più frequente che questi pazienti compiono nel tentativo di produrre il gesto adeguato è la sostituzione del gesto con un altro movimento orale o con un rumore onomatopeico.

L’aprassia orale sembra essere legata a lesioni corticali frontali sinistre ed in particolar modo all’opercolo frontale e centrale; si ritiene che a questo livello si verifichi l’organizzazione dei movimenti orali che viene poi trasmessa ai nuclei motori dei nervi cranici che innervano la muscolatura faringo-bucco-facciale.

Solo in casi rari è stata osservata per lesioni parietali e lesioni ai nuclei della base.

 

L’APRASSIA DEL TRONCO

Secondo Geschwind (1975) l’esecuzione di movimenti da parte della muscolatura del tronco sarebbe preservata in pazienti che manifestano chiara aprassia degli arti.

In passato tale condizione veniva definita aprassia del cammino, oggi inquadrabile, non tanto in una effettiva forma di aprassia intesa come difficoltà nella programmazione ed esecuzione dei programmi motori, quanto piuttosto in una aspecifica compromissione delle dinamiche posturali.

Tali difficoltà nel cammino potrebbero essere viste in termini di una disfunzionalità dei sistemi responsabili dello svolgersi delle attività automatiche o semi-automatiche nel mantenimento di una postura o della deambulazione.

L’aprassia del tronco vede il coinvolgimento lesionale dei lobi frontali ed in particolare dei circuiti frontali sottocorticali.

APRASSIA

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